La Cooperativa Sociale NoiXvoi è impegnata nella costruzione del benessere sociale della comunità e nell’integrazione sociale dei cittadini, attraverso la promozione, la progettazione e l’erogazione di servizi psico-socio-sanitari ed educativi strettamente calibrati sui bisogni dei cittadini ed in stretta collaborazione con le istituzioni e con il territorio. La nostra Cooperativa è da sempre attenta alle esigenze del territorio e dei suoi cittadini. La città e i suoi quartieri fanno parte della nostra storia e lì affondano le nostre radici. Ogni giorno incontriamo cittadini anziani, diversamente abili, minori, giovani e persone ad alto rischio di emarginazione: senza fissa dimora, immigrati, giovani problematici, ex detenuti. Gli elementi che ci contraddistinguono sono qualità, professionalità e personalizzazione degli interventi, costante monitoraggio ed innovazione dei processi interni e delle attività proposte. Il punto centrale  della nostra attività è la partecipazione attiva della Persona, con la propria individualità, dignità, diritti ed percorso di vita. Rifiutiamo le logiche assistenziali, privilegiando il coinvolgimento attivo degli utenti e dei cittadini, cooperando alla crescita di una comunità unita nel fare, in cui si rafforzino naturalmente il senso di appartenenza e i legami di solidarietà. La nostra Mission consiste nel rispettare la centralità della persona e la sua appartenenza al territorio, contrastando ogni forma di disagio, promuovendo il benessere e la dignità degli individui e tutelando i diritti di cittadinanza. La professionalità, l’impegno e la dedizione per il lavoro sono il nostro punto di forza.

Progettare percorsi per il reinserimento socio-lavorativo dei detenuti costituisce uno dei compiti più
importanti per gli attori coinvolti nell’esecuzione penale.
La funzione rieducativa che la Costituzione affida alla pena si traduce in buona sostanza nella
possibilità concreta di reinserimento sociale del detenuto. Tale reinserimento, per essere effettivo e
duraturo, non può prescindere, a sua volta, dalla opportunità, per i detenuti, di poter svolgere
un’attività lavorativa, possibilmente in linea con le proprie competenze e inclinazioni.
Ecco dunque che rieducazione e reinserimento nel mercato del lavoro costituiscono due facce della
stessa medaglia. Predisporre e mettere in atto progetti di reinserimento lavorativo seri ed efficaci
significa offrire al detenuto una reale alternativa all’emarginazione sociale ed al ritorno al circuito
delinquenziale di provenienza.
Tali progetti andranno di volta in volta calibrati sul singolo detenuto, essendo molteplici le variabili
che rendono ogni situazione diversa rispetto a tutte le altre. Il percorso di reinserimento lavorativo
andrà pertanto progettato in base alle condizioni personali (età, cittadinanza, carichi familiari,
reddito), professionali (esperienze pregresse, competenze, scolarizzazione) e “penitenziarie”
(lunghezza della condanna, tipologia di reato, condotta intra ed extra penitenziaria) del detenuto.
Volendo ipotizzare un percorso “ideale” a lungo termine, la progettazione dovrà necessariamente
prendere le mosse dalla predisposizione di un percorso formativo all’interno dell’istituto, che in
alcuni casi – per i detenuti più giovani e gli stranieri, ma non solo – non potrà prescindere dal
completamento dell’obbligo di istruzione. Il percorso dovrà quindi prevedere lo svolgimento di
un’attività lavorativa all’interno dell’istituto, tanto alle dipendenze dell’amministrazione
penitenziaria che di cooperative sociali o imprese che operino all’interno del carcere sulla base di
apposite convenzione stipulate con le direzioni. Questa seconda opzione, laddove possibile,
costituirà un primo passo assai importante verso il reinserimento nel mercato del lavoro; essa
permetterà al detenuto una progressiva accettazione delle “regole del gioco”, in quanto il rapporto
tra lavoratore detenuto e datore di lavoro – con i diritti e doveri che conseguono in capo al
lavoratore - sarà regolato in tutto e per tutto alla stregua di un comune contratto di lavoro. Un
ulteriore passo verso il reinserimento potrà essere l’ammissione al lavoro all’esterno. Mediante tale
provvedimento la direzione dell’istituto autorizzerà il detenuto ad uscire dall’istituto per prestare la
propria attività lavorativa, facendo rientro al termine della giornata. Infine, sussistendone le
condizioni, al detenuto potrà essere concessa, da parte del Tribunale di sorveglianza, una delle
misure alternative alla detenzione previste dall’Ordinamento penitenziario. In tal modo la pena
detentiva verrà espiata all’esterno della struttura penitenziaria, con il supporto degli uffici
dell’esecuzione penale esterna e della comunità locale.
Tale percorso “ideale”, come accennato, subirà notevoli variazioni in base alle caratteristiche ed alle
esigenze del detenuto e presenterà pertanto gradi di strutturazione e durata a assai diversi tra loro.
Vi saranno casi in cui l’espiazione della pena svolgerà nella sua totalità all’interno dell’istituto
(questa è l’eventualità purtroppo più frequente); così come, all’estremo opposto, potrà darsi il caso
di detenuti ammessi direttamente ad una misura alternativa senza aver mai fatto ingresso in carcere.
In ogni caso, qualunque sia il percorso –più o meno lungo – da progettare, sarà fondamentale il
contributo di tutte le figure professionali e di tutte le istituzioni coinvolte in questo delicato
processo.